1967. Pink Floyd ( The Piper At The Gates Of Down )
Il grande capolavoro psichedelico dei Pink Floyd, uno dei dischi chiave dell'epoca. Dietro a un titolo preso da un classico della letteratura infantile (Il vento tra i salici) c'è lo spirito del 1967, che anima di volta in volta lunghi strumentali, ballate stralunate, favolette acid pop, effetti spaziali e un inarrivabile lirismo psichedelico.
Il rock cosmico di Astronomy Domine e Interstellar Overdrive è una delle peculiarità più evidenti del suono dei Floyd, primo passo nell'evoluzione che porterà a DARK SIDE OF THE MOON. Le cose migliori sono però le contorte memorie infantili di Barrett, tra favola, magia e visione
rotondando via via gli spigoli psichedelici in favore di sonorità più rarefatte.
Dal cosmic rock di A SAUCERFUL OF SECRETS, modificando le originarie pulsioni lisergiche in diverse direzioni (le musiche del film More, l'ambizioso doppio UMMAGUMMA), i Pink Floyd hanno contribuito all'affermazione del rock progressivo e hanno dato forma a un suono tra i più distintivi e imponenti di tutto il rock. La vita e l'opera di Syd Barrett meritano un supplemento di indagine, perché la sua figura è diventata negli anni oggetto di grande culto. Autore dei primi tre 45 giri dei Floyd (Arnold Layne, See Emily Play, Apples And Oranges), di gran parte del primo album, di una sola canzone del secondo, Barrett si è fatto subito notare per la vena fantastica, capace di alternare brani di suggestiva carica ipnotica a stralunate filastrocche visionarie.
La sua fragile psiche ha però ceduto quasi subito sotto gli effetti lisergici della sua stessa musica. Nel 1968 i compagni lo sostituiscono con David Gilmour che, paralisergica: Lucifer Sam, Matilda Mother, Flaming, The Gnome, Scarecrow, Bike. Se c'è una caduta di tono è nell'improvvisazione collettiva di Pow R. Toc H. e nell'unico brano di Waters, Take Up Thy Stethoscope And Walk.