Ospitare un concerto rock moderno in un sito patrimonio mondiale dell'Unesco nel più antico anfiteatro romano nel mondo è qualcosa di unico.
C'è un senso di modernità troppo: in gran parte nella recente revisione di Gilmour della sua band.
Anche se Guy Pratt rimane al basso
e Steve Di Stanislao alla batteria,
sono uniti da Chuck Leavell (tastierista dei Rolling Stones dal 1981),
e il direttore musicale di Michael Jackson, Greg Phillinganes ,
sui tasti; Chester Kamen alla chitarra e João Mello
al sassofono; e Bryan Chambers, Louise Clare Marshall e Lucita Jules sui cori.
Alle nove, il cielo si colora di ciliegia, l'anfiteatro pieno di macchine per il fumo, le luci improvvisamente si accendono attraverso la cavea e le note di apertura riempiono l'aria.
Gran parte del set di apertura, che si estende per poco più di un'ora, colpisce un tono tranquillamente epocale.
A volte, c'è qualcosa di spettrale su di esso; il pubblico in piedi più in segno di riverenza furia fino a quando la performance inaspettata dei Pink Floyd Great Gig in the Sky una canzone di Gilmour che non ha mai suonato da solo - provoca un aumento di emotivà ad incresparsi attraverso la folla e si prosegue lungo Wish You Were Here.
Un breve interludio segue prima che la band ritorna per il secondo set, aprendo con One of These Days - l'unica canzone di stasera che è stata suonata nel 1971 con i Pink Floyd.
Nonostante la decisione di Gilmour di non rifare i pezzi originali di Live At Pompei, c'è ancora un senso di ritorno e il completamento, di qualcosa da cui viene chiuso il cerchio, come nel grande schermo circolare. E anche se non si suona a torso nudo come quella volta, Gilmour con la sua voce, ancora cosi bella, e con la sua chitarra con stile e profondità di bluesy e malinconia tagliente.
E' difficile stare in questo anfiteatro e non sentire che da qualche parte vecchi fantasmi sono in agitazione, Gilmour fa menzione di loro, per il suo 2015 l' omaggio a Rick Wright, e, anche se si va sotto silenzio, Shine on You Crazy Diamond sembra portare più peso per i 10 anni dalla morte di Syd Barrett.
E' impossibile non notare l'emozione del pubblico, Gilmour offrendo un affascinante e quintessenza da Englishness: "Grazie mille anzi, "dice alla folla, poco dopo Run Like Hell e una raffica di fuochi d'artificio nella notte. "Grazie. Abbiamo avuto una bella serata.
Eppure, questo non diminuisce l'intensità appassionata dell'occasione, molte delle quali deve essere attribuito al lighting designer Marc Brickman, che nel corso dello spettacolo di luci scatena laser in modo brillante, la band è costretta a indossare occhiali da sole, raggi di turchese e verde e rosso che vanno attraverso il cielo durante il gran finale di Comfortably Numb.
Come le luci muoiono e la notte si alza ancora una volta, è piacevole ricordare che a suo tempo questo spazio era conosciuto come un anfiteatro.
In tutta la sua stravaganza e la sua bellezza, sembra aver guadagnato quel nome ancora una volta.