2024. David Gilmour - Luck And Strange by Giuseppe Cangelosi / Rn
Le mie aspettative per l'album Luck and strange erano molto alte, per l'immensa stima ed apprezzamento per uno dei grandi geni della musica: David Gilmour.
Ebbene devo dire di non essere rimasto minimamente deluso, perché l'artista ci ha regalato un album meraviglioso, delicato, emozionante, direi addirittura commovente.
Il chitarrista, nonostante la veneranda età, ha dimostrato di continuare ad avere un unico obiettivo: la bellezza della musica.
Un traguardo che ha raggiunto, in molti album della sua carriera, attraverso un processo travagliato, non rimpiangendo mai il proprio passato, ma con la ferma volontà di guardare avanti, verso nuovi orizzonti di bellezza.
Da qui, nel nuovo album, le scelte molto azzeccate di un nuovo produttore con cui confrontarsi e dei nuovi musicisti, molto motivati e con indubbio talento. Oltre al talento promosso da musicisti più giovani, David ha voluto farsi affiancare da un colosso della musica, il batterista per eccellenza: Steve Gadd.
La classe, l'eleganza e l'esperienza di questi due grandi musicisti ci regalano oggi dei momenti musicali di grande intensità, delicatezza, di cui solo loro sono capaci. Ogni nota della batteria è pensata ed eseguita con il giusto groove, la giusta intensità, il giusto significato che si deve dare ad ogni suono.
La ricerca dei suoni, del giusto equilibrio, sono delle prerogative di Gilmour e Steve Gadd le ha assecondate con grande classe, creando quel "big sound" (così definito da Charlie Andrew) che si è rivelato fondamentale per la buona riuscita di questo album.
David ci regala, come sempre, dei momenti chitarristici fenomenali, utilizzando anche nuovi strumenti, come la Gibson 335 o la Rickenbacker del 1933, sempre alla ricerca di nuove sonorità e nuovi orizzonti.
L'album si articola su presente, passato e futuro, dove gli elementi dominanti sono l'amore per il blues, per la musica strumentale e improvvisata di "Luck and Strange", per la propria comfort zone creativa con i suoni e gli effetti della sua stratocaster che si sprigiona in "Scattered", per passare alle nuove ricercate sonorità di "A single spark".
Insomma, un album ricco di idee, molto curato e direi sorprendente.
L'ultimo pezzo del disco, intitolato "Scattered" , ci ha fatto innamorare, perché è un brano sublime da un punto di vista compositivo ed è da molti già considerato uno dei migliori pezzi del suo repertorio: sicuramente è un suo testamento musicale e solo per questo vale la pena ascoltarlo. "Between two points" si ritaglia uno spazio importante nel disco, pur essendo una cover, perché si sposa perfettamente con gli altri brani, la voce di Romany sorprende per la sua bellezza e l'assolo finale di chitarra è già materia di studio per tutti i chitarristi.
Questo album è meraviglioso, ci mostra un artista più maturo e sicuramente non ancora appagato nella sua continua ricerca musicale, un artista che pone la musica al di sopra di ogni cosa e che non ha nessuna paura del suo passato, dei suoi limiti umani dovuti all'anzianita', che condizionano indubbiamente le sue corde vocali, e non ha nemmeno paura di confrontarsi con nuovi musicisti e nuovi confini artistici.
Gilmour ha convinto persino i grandi detrattori, che sappiamo essere moltissimi, soprattutto in campo giornalistico: questa volta hanno dovuto gettare la spugna, arrendendosi alla bellezza della musica che ci ha donato.
Shine on!!!
Luck and Strange è il quinto album in studio da solista di David Gilmour, nonché il primo pubblicato nel lontano 1978.
Esso presenta tutte le caratteristiche distintive del maestro: ritmi per lo più misurati, atmosfere create da tastiere, pianoforte elettrico con influenze jazz e lunghi assoli di chitarra, tipici dello stile prog fluido e blues dell'artista.
'Black Cat':
Questo delizioso pezzo strumentale, che ricorda l'introduzione di 'Echoes', ci accompagna gradualmente nel disco.
Luck and Strange':
La traccia del titolo fa un uso eccelente di alcune registrazioni di tastiera fatte da Richard Wright nel 2008.
'The Piper's Call':
Offrendo una certa varietà stilistica ai procedimenti, questa traccia ha poca somiglianza con l'album omonimo, The Piper at the Gates of Dawn . Con assoli blues, ritmi acustici folk.
'A Single Spark':
L'inizio della canzone è musicalmente poco stimolante, più avanti, Gilmour fa ciò che sa fare meglio, stendendo un assolo prolungato ed emotivo.
'Vita Brevis':
Dopo 'Black Cat', Gilmour segna il punto centrale del suo nuovo disco con un altro piacevole strumentale.
'Between Two Points':
Questa composizione musicale si contraddistingue per il suo raffinato arrangiamento, arricchito dalla presenza dell'arpa e dalla voce di Romany Gilmour.
'Dark and Velvet Nights':
Dopo la delicata ed emozionante voce di Romany nella traccia precedente, Gilmour alza il tiro con una canzone rock incisiva.
'Sings':
è irrimediabilmente noiosa.
'Scattered':
Con una durata di sette minuti e mezzo, questo brano epico giustifica ampiamente il viaggio. Gli archi orchestrali e le melodie del pianoforte incorniciano una poesia ispirata, precedendo un altro classico assolo di Gilmour.
"Yes, I Have Ghosts":
Questa composizione musicale conferisce un'ulteriore dimensione a quello che è stato un album ben equilibrato e gradevole.